[Articolo di Giornale] Studenti e prof in piazza la scuola può rinascere

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view post Posted on 10/11/2008, 19:04
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Studenti e prof in piazza la scuola può rinascere
Repubblica — 09 novembre 2008 pagina 12 sezione: BARI

I più bravi guadagnavano le simpatie del professore saltando la cavallina. Quando "correre la cavallina" cambiò di significato, le simpatie del professore persero importanza. Per non parlare, poi, della festa grande di poter giocare a pallavolo. Nei rigori della didattica un poco ammuffita del dopoguerra, nel monumentale Orazio Flacco, per esempio, non circolava troppo quella scapigliatura che fu, poi, imposta dai furori sessantottardi e, dunque, certe evasioni erano già tanto. Dunque il fatto stesso di tenere una lezione in un luogo che non fosse l' aula tradizionale suggeriva un che di ribelle, un' infrazione alle regole, una botta di vita. Ricordo il rammarico che, un giorno, afflisse alcuni habitué del « fare x », come diciamo a Bari per marinare la scuola, che avevano passato la mattinata al lungomare, nell' apprendere che s' era fatta lezione di storia dell' arte nell' aula delle proiezioni e che avevamo visto delle diapositive. Trovo, quindi, non solo, appropriato, originale ed efficace che, oggi, per protestare contro le sciagurate riforme imposte o solo minacciate dalla Ministra Gelmini, si faccia lezione fuori dalla scuola, all' aperto, ma, anche, affascinante, suggestivo. Perché mi fa riaprire l' album dei ricordi, certo, ma, anche perché segnala simbolicamente un collegamento ideale e naturale tra scuola, cultura, società, ambiente. Mi piace immaginare che avranno tutti cinque in condotta e mi auguro che anche gli insegnanti richiedano analogo trattamento. La ribellione in corso attivata da tutto il mondo della scuola e dell' Università può vantare questo carattere di concordia tra i soggetti, tra i protagonisti del futuro sociale, come avrebbe detto il Piaget, in questa armonia della rivolta che spodesta la scuola del suo aspetto inutilmente coattivo per ricordare con l' ariosità di questa nuova accademia peripatetica che scuola è dovunque si insegni e si impari, che gli insegnanti, quelli bravi, sanno benissimo che si insegna, si continua ad insegnare, ostinatamente si continua ad insegnare, per ostinatamente volere continuare ad studiare ad imparare. Le immagini di studenti che attorniano professori e maestri, nelle piazze e nei giardini, in combutta con cittadini interessati e curiosi per ascoltare le lezioni, rincuorano ed entusiasmano. Si tornerà a scuola e nelle aule degli atenei, d' accordo, perché non solo è ovvio, utile e necessario, oltre che più prudente per la salute, ma dopo aver dimostrato che non si sta lì, solo a "far casino". Come da sempre si dice a scuola. Se ne faccia una ragione lo scadente umorista che ci ritroviamo per Presidente del Consiglio: non siamo un popolo di coglioni, anche, se il sospetto viene, constatando il livello della dirigenza eletta. Chi sa se c' è ancora quello scheletro dondolante nella polvere o quel ronzante proiettore di diapositive in aule disertate per pigrizia o noncuranza, in attesa di scolaretti sporadici in visita annoiata nei loro grembiulini disciplinati? Se così fosse varrebbe la pena di destinare ad entrambi onorata sepoltura.
 
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