[Temi Svolti] Tolleranza

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view post Posted on 28/10/2008, 15:20
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King of Kings

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Tolleranza
tema svolto
Traccia:
Commenta il seguente testo di un intellettuale illuminista
“Tu, o Dio, non ci hai dato un cuore perché ci odiassimo, né delle mani perché ci uccidessimo. Fa’ che ci aiutiamo l’un l’altro, che le piccole diversità tra i nostri vestiti, le lingue, gli usi, tra tutte le nostre leggi imperfette, così diverse l’una dall’altra, e così uguali davanti a te, non siano segnale di odio e di persecuzione” (da Lettera sulla tolleranza di Voltaire)

Svolgimento:

Questo brano mi dà l’opportunità di parlare brevemente del concetto della tolleranza nel corso della storia, per poi arrivare a riflettere sulla nostra quotidianità.

Ne è passato di tempo, da quando per la prima volta i filosofi sofisti hanno criticato l’idea, allora prevalente in Grecia, del concetto di civiltà come monopolio di un solo gruppo, i Greci, in contrapposizione agli stranieri, i “barbari”, tradizionalmente considerati appunto “incivili”.

Il cristianesimo da una parte, con le sue affermazioni di disponibilità nei confronti di tutti gli uomini, considerati tutti uguali davanti a Dio e comunque da amare, anche se di altra religione, e la cultura laica dall’altra, con l’umanesimo prima e con la filosofia di Cartesio, Spinoza, Locke, Montaigne e Voltaire poi, avevano già chiarito che gli uomini possono concorrere per il bene comune. Nell’ottocento e nel novecento tutte le civiltà umane si sono incontrate, conosciute e il principio della tolleranza religiosa, politica e culturale è diventato un fattore universalmente riconosciuto e variamente fissato in trattati e prese di posizione internazionali.

Purtroppo, però, questo non significa che tutti i problemi siano risolti, anzi. Si possono fare infatti parecchie considerazioni sia sul piano pratico che su quello della elaborazione teorica. Sul piano della quotidianità, nell’esperienza di singoli o di gruppi, persistono, talvolta in forma drammatica e devastante, atteggiamenti di intolleranza o di fanatismo. Ciò accade in base a considerazioni di carattere politico, sociale, etnico o religioso. Basti pensare all’antisemitismo ed alla xenofobia, ancora ben presenti come dimostrano le cronache.

Vecchi e nuovi fanatismi si affacciano a rendere tesi i rapporti e incerto il futuro. Vecchi e nuovi nazionalismi irrompono sulla scena della nuova geografia politica, rendendo difficili i rapporti tra popoli che pure vivevano da secoli fianco a fianco.

Vecchi e nuovi conflitti sembrano allontanare all’infinito il sogno della pace universale e perpetua.

Pertanto, la conquista dell’ideale della tolleranza da parte di tutti gli individui viventi sulla terra è ancora una meta lontana, contro cui lavorano piccoli e grandi egoismi, meschine chiusure, interessi di parte che esplodono con fragore proprio nei momenti più delicati.

Ciò non deve tuttavia scoraggiare, perché è anche vero che grandi progressi sono stati compiuti. Ma non deve neanche vincere un atteggiamento ingenuamente ottimistico che, appunto, adagiandosi su quanto già realizzato, sottovaluti il peso di arretratezze consolidate e abbassi la guardia. Sta a noi cambiare davvero le cose, a partire dal quotidiano e dall’esempio personale. La tolleranza si costruisce soprattutto così, giorno per giorno. Anzi, a ben vedere, occorre andare “oltre” la tolleranza. Questo termine, usato con enfasi dai pensatori illuministi, ha insito un concetto non del tutto condivisibile. Infatti “tollerare” vuol dire etimologicamente “sopportare”, quasi “rassegnarsi”. Occorre forse allora riprendere un concetto più profondo ed umano: quello di solidarietà. Per esempio, nei primi secoli del cristianesimo si diffuse un rapporto tra uomini che, con una parola di origine greca, fu definito l’agape, cioè la condivisione, l’amore profondo per ogni uomo, un amore che va al là della sopportazione reciproca, e che trova la sua radice nella profonda consapevolezza della originaria familiarità di tutti gli uomini.


Fonte: www.atuttascuola.it
 
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