Parafrasi La pioggia nel pineto, Gabriele D'Annunzio

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L i ƒ e
view post Posted on 30/4/2009, 20:24




Parafrasi La pioggia nel pineto Gabriele D'Annunzio




Taci. Entrando nel bosco non odo
più suoni umani; ma odo
parole insolite
pronunciate dalle gocce e foglie che cadono
in lontananza.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove sulle tamerici
impregnate di salsedine ed arse dal sole,
sui pini
dalle scorze ruvide e dalle foglie aghiformi,
sui mirti sacri a Venere,
sulle ginestre dai gialli fiori raccolti
sui ginepri che sono pieni di bacche profumatissime,
Piove sui nostri volti divenuti
tutt’uno con il bosco
piove sulle nostre mani nude,
sul nostro corpo,
sui nuovi pensieri
sbocciati dall’anima rinnovata
sull’illusoria favola dell’amore
che ieri t’illuse, che oggi m’illude
o Ermione.
Odi?
La pioggia che cade
sul fogliame della pineta deserta
producendo un crepitio che dura
e varia secondo quanto è folto il fogliame.
Ascolta. Alla pioggia risponde
il canto delle cicale
che non è fermato
né dalla pioggia né dal colore scuro del cielo.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, e le gocce di pioggia sono come miriadi di dita che fanno suonare diversamente queste piante.
Noi siamo nel più intimo della foresta, non più esseri umani ma vivi d’una vita vegetale;
E il tuo volto bagnato ed inebriato dalla gioia e le tue chiome profumano come le ginestre, o creatura originata dalla terra che hai nome Ermione.
Ascolta, ascolta. Il canto delle cicale che stanno nell’aria va diminuendo sotto la pioggia che aumenta. Ma in crescendo si mescola un canto più rauco, che sale dall’ombra scura dello stagno in lontananza. Solo una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non arriva il suono delle onde sulla spiaggia. Non si sente sulle fronde degli alberi scrosciare la pioggia d’argento che purifica, lo scroscio che varia secondo i rami più folti, meno folti.
Ascolta.
La cicala è muta, ma la figlia del lontano fango, la rana, canta nell’ombra più profonda, chissà dove, chissà dove.
E piove sulle tue ciglia,
o Ermione.
Piove sulle tue ciglia nere
che sembra tu pianga ma di piacere;
non bianca ma quasi verde, sembri uscita dalla corteccia di un albero.
E tutta la vita è in noi fresca e odorosa,
il cuore nel petto è come una pesca non ancora toccata
gli occhi tra le palpebre
sono come fonti d’acqua in mezzo all’erba;
i denti nelle gengive sembrano mandorle acerbe.
E andiamo di cespuglio in cespuglio, ora tenendoci per mano ora separati
(la ruvida e forte stretta delle erbe aggrovigliate ci blocca le ginocchia)
chissà dove, chissà dove!
Piove sui nostri volti
divenuti tutt’uno con il bosco,
piove sulle nostre mani nude,
sul nostro corpo,
sui nuovi pensieri sbocciati dall’anima rinnovata,
sull’illusoria favola dell’amore
che ieri
mi illuse, che oggi ti illude,
o Ermione.

Edited by Shining Star - 30/4/2009, 21:29
 
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view post Posted on 30/4/2009, 20:29
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il titolo è perfetto; però non ci stava l'inizio in h1
 
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L i ƒ e
view post Posted on 30/4/2009, 20:30




Ok, grazie.
 
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2 replies since 30/4/2009, 20:24   41 views
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