[Articolo di Giornale] Alexis, il liceale tutto basket e rock Ora è il simbolo della rivolta

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view post Posted on 9/12/2008, 21:14
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Alexis, il liceale tutto basket e rock Ora è il simbolo della rivolta
Repubblica — 09 dicembre 2008 pagina 14 sezione: POLITICA ESTERA

RENATO CAPRILE ATENE - «Alexis ti vendicheremo». Parole che sembrano scritte col sangue e che campeggiano qua là sui muri del Politecnico a Exarchia. Un tappeto di foglietti copre come un sudario il mazzo di fiori che qualcuno ha pietosamente deposto laddove - nell' isola pedonale tra Zavella e Messolomghiu - questo adolescente di buona famiglia, che amava il basket e il rock, è stato fulminato da una pallottola in un sabato che doveva essere solo di musica e chiacchiere. «Sei diventato il simbolo della nostra protesta», ha scritto qualcuno. Niko, che lo conosceva bene e ne apprezzava il senso dell' umorismo, dice tra le lacrime: «Se esiste un altrove, Ale si starà facendo delle matte risate». Dopo due giorni e due notti di terrore, il quartiere di Atene epicentro della protesta violenta contro governo e polizia, sembra Bagdad dopo lo scoppio di un' autobomba. Carcasse di auto, cassonetti dati alle fiamme, negozi sventrati, vetrine infrante e l' aria resa irrespirabile dal fumo che ancora vi ristagna. "Plesio" era un megastore di computer ed elettronica. Un edificio di quattro piani che le fiamme hanno completamente distrutto al punto che i vigili del fuoco temono possa crollare da un momento all' altro. La confusione, il folklore, il vocìo tipici di questo luogo multietnico che non dorme mai, pieno di localini di tendenza, frequentato da artisti e intellettuali, luogo di cultura, roccaforte della sinistra più estrema, storica spina nel fianco del potere, sembrano aver lasciato il posto al silenzio e allo sgomento. Casco bianco, mimetica verde, scudo in plexiglass e manganello, gli agenti delle forze speciali che circondano in gran numero il perimetro della facoltà di ingegneria, qui sembrano fuori posto come non mai. C' è da giurarci che vorrebbero tutti starsene da un' altra parte. E non davanti a questo edificio, occupato da tre giorni da studenti e professori per protesta contro i tagli all' istruzione del governo e nel quale sabato scorso hanno trovato riparo una cinquantina di rivoltosi. Epaminonda Korkoneas, si chiama così il poliziotto che sta creando a Karamanlis e il suo governo più problemi di quanti non gliene abbiano procurato scandali e crisi economica. Trentasette anni, una fama di Rambo, è dalla sua pistola che è partito alle 21 e 10 di quel maledetto sabato il proiettile che avrebbe spento per sempre il sorriso di Alexis Andreas Grigoropulos, 15 anni, studente al liceo Moraiti, uno dei più esclusivi di Atene, e avrebbe innescato la più violenta sommossa che abbia scosso la Grecia negli ultimi trent' anni. Era ricco Alexis, la madre ha una goielleria a Kolonaki, la zona più chic della capitale, abitava a Paliò Psichicò, il sobborgo a cinque stelle della città. Dettagli, certo, ma che servono a capire che in lui non c' era rabbia, era un ragazzo come tanti, addirittura più fortunato di altri, e non c' entrava niente con la politica, con i coetanei dei centri sociali, con quelli che stanno mettendo a ferro e fuoco il paese. Quel sabato Alexis e i suoi amici sono fermi a decidere dove passare il resto della serata. Un cinquantina di metri più giù un gruppo di una ventina di altri ragazzi lancia un paio di bottiglie di birra contro una jeep della polizia. A bordo sono in due, Epaminonda chiede al collega di fermarsi. Parcheggiano e scendono, pistola in pugno. I giovani si danno alla fuga, Epaminoda fa una decina di passi e poi spara. Il terzo colpo della sua calibro 9 centra in pieno petto Alexis. «Mi sono solo difeso - si è poi giustificato il poliziotto - volevo che il mio socio ed io ne uscissimo vivi». La notizia, via sms e internet, ci mette un attimo a fare il giro di Atene. Tempo una decina di minuti ed è già l' inferno. A centinaia si riversano nelle strade armati di spranghe e molotov. Sembrava che non aspettassero altro per scatenare la loro rabbia. «Alexis ha fatto da miccia. Cercavano un pretesto e noi glielo abbiamo scelleratamente offerto su un piatto d' argento», prova a ragionare un funzionario di polizia dai capelli bianchi. Forse, ma perché? Cosa c' è che non va in Grecia più di altri paesi? La crisi economica, d' accordo, un governo di centrodestra la cui popolarità è ai minimi storici, ma anche quest' anno il Pil crescerà di due punti, e allora? La crisi c' entra, invece. Le banche greche che hanno investito senza grandi ritorni ingenti capitali nelle «paludi» balcaniche, hanno da un giorno all' altro stretto i cordoni della borsa. E un paese che si credeva ricco e viveva al di sopra dei propri mezzi ha improvvisamente dovuto fare i conti con la realtà. Gli scandali hanno fatto il resto. Corruzione, mazzette. Ogni giorno se ne scopre uno. Senza contare che proprio in queste ore è in discussione in Parlamento una legge finanziaria che promette solo lacrime e sangue. E infine la ventilata riforma universitaria. Meno fondi all' istruzione pubblica per favorire la nascita di atenei privati. Troppo per un popolo fumantino e per una generazione di ventenni tra i più ideologizzati d' Europa. - RENATO CAPRILE


Edited by »Zerato« - 10/12/2008, 17:16
 
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view post Posted on 9/12/2008, 22:15
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CITAZIONE (»Zerato« @ 9/12/2008, 21:14)
[Posto domani, dato che oggi è "Contenuto a pagamento" e non me ne ero accorto ]

looooool

Edited by »Zerato« - 10/12/2008, 17:15
 
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view post Posted on 10/12/2008, 17:15
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Ho messo la citazione nel tuo messaggio sennò sembri un po' scemotto...
 
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