[Articolo di Giornale] Investire sulla scuola una ricetta contro la crisi

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view post Posted on 30/11/2008, 12:21
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investire sulla scuola una ricetta contro la crisi
Repubblica — 26 novembre 2008 pagina 15 sezione: PALERMO

e proteste per i tagli operati dalla cosiddetta riforma Gelmini non sono finite. Ma se per l' università qualcosa si muove, non mi pare si possa dire altrettanto per la scuola. Molte sono le dichiarazioni di principio pro e contro, ma la scuola rimane come quella casa di campagna ormai da anni abbandonata e che lentamente cade a pezzi. Il ministro dell' Istruzione si dichiara contro l' egualitarismo e apre al dialogo. L' opposizione non intende dialogare se prima non si sospendono i tagli. Il sindacato dichiara che la disponibilità a confrontarsi è stata data e che ora la stessa disponibilità deve venire dal governo. Il Consiglio nazionale della Pubblica istruzione esprime fermo dissenso e viva preoccupazione sulle scelte operate, che riducono quantitativamente e qualitativamente l' offerta formativa. Intanto nulla scorre e tutto permane. L' unica modifica sostanziale apportata dal governo è quella sull' articolo 3 del decreto 154, in virtù della quale l' accorpamento delle scuole non si farà entro il 30 novembre ma entro il 31 dicembre ed entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico. Non ci sarà più il commissariamento, ma l' assessore regionale alla Pubblica istruzione dovrà predisporre ugualmente un piano per dimensionare e razionalizzare il sistema scolastico dell' Isola. Operazione, questa, di fondamentale importanza. Per la prima volta oggi l' amministrazione siciliana ha l' occasione di costruire un sistema scolastico di qualità, costretto a dislocare sul territorio scuole con popolazione adeguata. In questa dislocazione vi è anche l' occasione storica di istituire i centri territoriali provinciali autonomi per l' istruzione degli adulti. Centri che darebbero la possibilità di offrire istruzione e civiltà a tutta la popolazione dell' Isola, a tutte quelle persone adulte per le quali è estremamente necessario impedire che seguano vie malavitose. La possibilità di offrire agli extracomunitari presenti in Sicilia di conoscere non solo la lingua del Paese che li ospita, ma anche la civiltà, la cultura e le istituzioni. La possibilità di far tornare a scuola tutti quegli adulti senza lavoro che desiderano riqualificarsi e accrescere la propria preparazione professionale e culturale. Si presenta l' occasione di istruire tutto un popolo e di liberare l' Isola dai falsi valori mafiosi. Ma per fare questo bisognerà anche rendere dignitose le scuole sul territorio, investendo su di esse. La maggior parte delle scuole siciliane, infatti, non ricevendo interventi di ristrutturazione stanno quotidianamente logorandosi. Nelle grandi città, in particolar modo a Palermo, parecchie scuole hanno sede in veri e propri appartamenti, a scapito della sicurezza. Allora perché non provare a ristrutturare sul serio le scuole e a costruirne di nuove? La spesa scolastica non è mai improduttiva se il fine è di includere una parte rilevante della popolazione nella formazione. Il possesso di un bagaglio accettabile di competenze civiche e professionali per tanta parte della popolazione è sinonimo di una società più giusta. Il problema, allora, diventa politico. Oggi la politica dovrebbe iniziare a fare scelte coraggiose. Nel bel mezzo di una crisi finanziaria e di un rallentamento dell' economia che ricorda quella del 1929 negli Stati Uniti, forse sarebbe il caso di avviare anche in Sicilia un "new deal" della scuola. Una scelta che getterebbe, da un lato, le premesse per una vera riforma del sistema e, dall' altro, paradossalmente contribuirebbe, anche attraverso l' aumento dello stipendio degli insegnanti, a ridurre il tasso di disoccupazione e conseguentemente ad aumentare i consumi. Sarebbe un effetto domino che, a partire dalla qualificazione della scuola siciliana, contribuirebbe non poco a risollevare l' economia reale che nell' Isola sta conoscendo gli effetti peggiori. Non si tratterebbe neanche di fare grandi scelte radicali, ma di applicare un metodo già sperimentato e soprattutto di stringere una nuova alleanza tra mondo intellettuale e mondo economico, resa necessaria e urgente proprio dalla crisi. Si tratterebbe di applicare, in piccola misura, la teoria keynesiana che salvò l' America nel ' 29 e di cui oggi lo stesso Barack Obama pare si voglia servire. Un intervento finanziario da parte della Regione in tal senso sarebbe determinante per risollevare le sorti della Sicilia e per ridistribuire verso il basso la ricchezza in funzione della ripresa dei consumi. Si metterebbe in moto la fiducia nella scuola e nelle università, a testimonianza di una comunità che sa risorgere. Si porrebbe in evidenza le capacità di guida della nostra classe politica, ma soprattutto il coraggio di vincere una difficile sfida educativa, cui tutti siamo chiamati operando in un contesto sociale assai difficile. Fermo restando che la sostenibilità politica degli investimenti sulla scuola si deduce dai risultati ottenuti, cioè dal contributo che la scuola stessa può dare allo sviluppo delle conoscenze, alla diffusione della cultura fra la popolazione giovanile e adulta. - ROSARIO OGNIBENE

 
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