[Articolo di Giornale] Come sdoganare un insulto razzista

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 11/11/2008, 13:54
Avatar

Group:
Member
Posts:
8,519

Status:


Come sdoganare un insulto razzista
Repubblica — 10 novembre 2008 pagina 24 sezione: COMMENTI

«Sporco abbronzato di merda!», sarà questo il nuovo insulto, sdoganato dall' aggravante razzista, che naziskin di periferia, giovinastri delle curve sud, bulli di ogni regione, vigili urbani e poliziotti che hanno le palle piene di vu' cumprà e di studentesse del terzo mondo in minigonna che sembran puttane e di puttane vere che sembran studentesse, getteranno in faccia ai malcapitati, magari con accompagnamento salutare di qualche manganellata o sprangata? Questo interrogativo retorico spiega già perché non reputo una gaffe la desolante battuta del campione mondiale delle facce di bronzo, ancorché perfezionato da lifting, trapianti di chioma e tiraggi anti ruga. No, non era quell' «abbronzato» una voce dal sen fuggita ma l' espressione di una naturale corrispondenza tra quel che il nostro inarrivabile premier ha in testa e quel che dice. Del resto un fenomeno che lo accomuna e lo rende caro e comprensibile ai suoi sodali, tanto che con astronomica coincidenza il suo più affezionato «consigliori», il senatore Dell' Utri, non trovava aggettivo più consono di «dark» (letteralmente «scuro») per lamentare l' aspetto fisico delle conduttrici di Raitre, in particolare della bella Maria Cuffaro, aggiungendo, a naturale contrappunto, ammirazione sentita per l' emanatore delle leggi razziali, Benito Mussolini, «un uomo di valore dal punto di vista sia umano che culturale». E, poiché le coincidenze non capitano sempre per caso, nello stesso giorno il quotidiano («Corriere» del 5/11) che riportava con britannico distacco la lectio magistralis del senatore condannato per concorso esterno di stampo mafioso, dava notizia in Terza pagina del carteggio risalente al 1937 tra il ministro fascista delle Colonie, Alessandro Lessona, e la Santa Sede sulle misure da prendere in Africa Orientale per impedire connubi fisici tra gli italiani e le «faccette nere» etiopi. Per segnalare un' altra coincidenza, ricorderò che l' Etiopia confina con il Kenia, dove all' epoca era appena nato un futuro pastorello destinato ad essere chiamato, una volta adulto, Barack Obama senior e a concepire un figlio con una donna bianca. Se invece di esser suddito dell' Impero britannico avesse visto la luce nel vicino Impero del Negus, passato nella sua infanzia sotto la Corona sabauda, sarebbe dovuto soggiacere alla «legge sul madamato» che puniva con cinque anni di carcere il concubinato tra un bianco e «una persona suddita dell' Africa orientale», visto che, spiegava il ministro fascista, andava scongiurato il meticciato, essendo comprovato come «disgraziatamente i figli nati dall' amplesso di uomini bianche con donne nere portano sommati i difetti e non i pregi delle due razze». Il Regime si rivolgeva, quindi, al Vaticano «per evitare le nascite dei mulatti, che sono dei degenerati». Il cardinale Domenico Jorio, prefetto della Congregazione dei sacramenti emise allora in risposta un parere che ricevette l' approvazione di Pio XI, su come la Chiesa avrebbe potuto, tramite i missionari e «nei giusti limiti del diritto canonico», collaborare alla campagna per la «sanità della razza», tenendo conto che «le ibridi unioni» andavano impedite «per i saggi motivi igienico-sociali intesi dallo Stato, la sconvenienza di un coniugio fra un bianco e un negro, le accresciute deficienze morali nel carattere della prole nascitura». E' difficile che Obama junior sia a conoscenza delle ricerche negli archivi vaticani della prof. Lucia Ceci che ha scovato questi documenti, ripresi dallo storico Lucio Luzzatto, ma certamente conosce la storia di famiglia e le condizioni del dominio coloniale in Africa orientale, per cui la «carineria» ricevuta non deve essergli apparsa per la sua origine così stravagante. E così per noi italiani, almeno quelli che patiscono e s' indignano per un risveglio di razzismo diffuso, reso possibile dallo sdoganamento che istinti fino ieri repressi e sotto controllo, hanno ricevuto dalle azioni e dalle parole dei capi della destra al governo. Per nostro conforto vi è una parte della Magistratura che contro la deriva razzistica ha levato l' argine della legge come provano due recenti sentenze della Cassazione che hanno cassato i giudizi di primo grado che avevano sottovalutato il peso degli insulti (in un caso «sporca marocchina» e in un altro «schiaccio il negro» La motivazione è esemplare: «Proprio questi sentimenti di disprezzo razziale, ostilità, desiderio di nuocere ad una persona di razza diversa, di convinzione di avere a che fare con persona inferiore e non titolare degli stessi diritti alimentano quel conflitto tra le persone che testimonia la presenza dell' odio razziale».
- MARIO PIRANI
 
Top
0 replies since 11/11/2008, 13:54   50 views
  Share