[Articolo di Giornale] Scuola privata, subito dietrofront sui tagli

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view post Posted on 7/12/2008, 21:56
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Scuola privata, subito dietrofront sui tagli
Repubblica — 06 dicembre 2008 pagina 9 sezione: CRONACA

ROMA - L' attacco è arrivato di buon mattino ma la guerra, poi, è durata poche ore. è la Cei ad aprire le ostilità con una dichiarazione, durissima contro il governo Berlusconi. Commentando i tagli agli istituti scolastici paritari previsti dalla Finanziaria, monsignor Bruno Stenco, direttore dell' ufficio nazionale per l' educazione della Conferenza episcopale italiana, annuncia, quasi con i toni dell' Onda, l' apertura di una «crisi» perché «le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese». Oggetto della protesta, la decurtazione di 120milioni di euro per il sostegno delle scuole paritarie deciso dal ministro dell' Economia, Giulio Tremonti. Da questo governo «noi non ci aspettavamo nessun taglio, ma al contrario degli incrementi, mettere le scuole paritarie nel capitolo degli sprechi da tagliare è inconcepibile», dichiara monsignor Stenco, facendo sapere anche che in molti istituti cattolici suore e preti avrebbero cominciato a raccogliere firme contro l' azione del governo. Parole che bruciano nella maggioranza, che della sinergia con la Cei ha sempre fatto un manifesto politico. Non solo. A legittimare la battaglia dei vescovi ci pensa il Papa in persona, che sempre ieri durante un colloquio diplomatico invoca «l' adozione di misure a favore dei genitori che li aiutino nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose». Passano poche ore e arriva il dietrofront del governo: «I fondi per le scuole paritarie verranno quasi totalmente ripristinati» annuncia intorno a mezzogiorno il sottosegretario all' Economia Giuseppe Vegas. «C' è un emendamento del relatore al disegno di legge di bilancio che stanzia 120 milioni per il 2009, mentre il taglio originario era di circa 134 milioni», rassicura Vegas, aggiungendo con una battuta infelice che i vescovi «possono stare tranquilli, e dormire su quattro cuscini...». Dunque un dietrofront su tutta la linea, una guerra lampo lunga lo spazio di un mattino. E se le rassicurazioni del sottosegretario all' Economia sembrano lievemente placare le preoccupazioni della Cei, la polemica politica scoppia subito, e con toni accesi. Protestano sinistra e radicali. Paolo Ferrero (Prc) ricorda la sordità del governo alle richieste degli studenti scesi in piazza in queste settimane. «Il Vaticano fischia e Tremonti risponde», afferma. Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione cultura rilancia: «Ci compiacciamo che il governo, almeno sulle risorse per le paritarie, abbia ripristinato i fondi che aveva tagliato. Peraltro la legge sulla parità del 2000 l' ha realizzata il centrosinistra. Ma non possiamo accettare che si utilizzino due pesi e due misure. Così facendo si prendono a schiaffi il paese e tutti coloro, tantissimi, che in questi mesi hanno protestato per i tagli che mettono in ginocchio la scuola statale». Al di là però della polemica tra la Cei e Palazzo Chigi, e al di là delle repliche dell' opposizione, se si legge l' emendamento, si scoprono alcune particolarità. Intanto, come ha dichiarato Maurizio Saia, autore del testo che ripristina i fondi, era già pronto dal giorno prima, dal 4 dicembre, e dunque non sarebbe stato "scritto", dopo l' attacco della Cei. «Sottolineo l' aspetto tecnico, perché abbiamo semplicemente spostato dall' ambito finanziario all' ambito di bilancio questa unità di spesa specifica. Non vogliamo che questo emendamento sia considerato solo una risposta alla Cei». L' altro aspetto è che i 120 milioni previsti dovranno essere ripartiti fra scuola pubblica e privata, e sarà il ministro Gelmini a stabilire i criteri della distribuzione. E la protesta della scuola cattolica sembra soltanto rinviata. Caute infatti le parole del portavoce della Cei che concludono la "guerra lampo": «Siamo preoccupati, per il destino delle scuole pubbliche non statali. Tuttavia confidiamo negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente». - MARIA NOVELLA DE LUCA

 
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